Chi l'ha detto che i ragazzi non stanno attenti. Stamattina in 300 hanno ascoltato per più di tre ore un umile,grande,ferreo uomo: Salvatore Borsellino,fratello di Paolo.
Se lo sono invitato da loro in assemblea,andarci poi era una scelta.Potevano starsene lì,come hanno avuto animo e intelligenza di imitarli alcuni professori,o andarsene qua e là,magari al bar del liceo, come altri compagni e altri professori. Sulle sedie e seduti per terra appoggiati ai muri c'erano i visi di ogni classe, quelli tra l'infanzia e la gioventù delle prime e seconde e quelli quasi da donna e uomini dei grandi. I professori rimasti fuori hanno adesso la loro risposta quando si chiedono perchè i ragazzi non stanno attenti: dipende se decidono che valga la pena.
venerdì 20 marzo 2009
giovedì 19 marzo 2009
l'Africa ci aspetta
A mezzanotte ero già seduto con lei in un ristorante nel centro di Nairobi, finalmente col tempo per brindare e parlare con calma.
- Allora, tesoro...- mi disse lei tutta sorridente - Raccontami un po': com'è questa Africa?
(Gerry Aldridge, "RastAfrica")
- Allora, tesoro...- mi disse lei tutta sorridente - Raccontami un po': com'è questa Africa?
(Gerry Aldridge, "RastAfrica")
giovedì 11 dicembre 2008
topo gigio
Mio padre lavorò 35 anni nella fabbrica tessile De Angeli Frua,di cui oggi esiste lo scheletro. Un Natale di 46 anni fa riportò un pupazzo di Topo Gigio.
1500
alla De Angeli
il conte Frua
nella macchina nera
rotoli enormi
da stampare
disegni fantastici
biciclette biciclette
il Topo Gigio
di Natale
la sirena
il conte Frua arriva
una processione blu
nelle strade
sotto la tuta
ogni tanto
un quadro di stoffa
ripiegato
le guardie
il Topo Gigio
sul manubrio
benedetto e maledetto
conte Frua
contratto tessile
niente a che fare
con i metalmeccanici
prima elementare
è Natale
il Topo Gigio
povero topo
l'avrebbe fatto volare
mio padre
ma me lo adagiò
davanti
e disse
"Guarda che bello
è tuo"
1500
alla De Angeli
il conte Frua
nella macchina nera
rotoli enormi
da stampare
disegni fantastici
biciclette biciclette
il Topo Gigio
di Natale
la sirena
il conte Frua arriva
una processione blu
nelle strade
sotto la tuta
ogni tanto
un quadro di stoffa
ripiegato
le guardie
il Topo Gigio
sul manubrio
benedetto e maledetto
conte Frua
contratto tessile
niente a che fare
con i metalmeccanici
prima elementare
è Natale
il Topo Gigio
povero topo
l'avrebbe fatto volare
mio padre
ma me lo adagiò
davanti
e disse
"Guarda che bello
è tuo"
sabato 16 agosto 2008
girando
Sto fermo
steso
mentre la terra
che gira
fa scomparire
a un certo punto
il sole
dietro
la grondaia.
Poi
apro
il libro
o forse
sempre girando
mi addormento
steso
mentre la terra
che gira
fa scomparire
a un certo punto
il sole
dietro
la grondaia.
Poi
apro
il libro
o forse
sempre girando
mi addormento
il folle terrore
Solo quel giorno vennero uccisi 900 ebrei. "Furono condotti nel loro cimitero, in una casa preparata appositamente per darli alle fiamme, e lungo la strada furono denudati da una folla che strappò loro gli abiti di dosso e trovò molto denaro che vi era nascosto."
Germania 1944? No, Francia, durante la peste nera, 1348.
Germania 1944? No, Francia, durante la peste nera, 1348.
aprile
"Laura apparve per la prima volta davanti ai miei occhi, negli anni della giovinezza, nella chiesa di Santa Clara ad Avignone, nell'anno 1327 dalla nascita di Nostro Signore, il 6 aprile, alla prima funzione del mattino. E in quella stessa città, in quello stesso mese di aprile, il giorno 6, alla stessa ora del 1348, la sua luce fu sottratta al mondo"
(Francesco Petrarca)
(Francesco Petrarca)
mi sono perso
Parto per quattro giorni in un rifugio. Alta Valmalenco, sotto i ghiacciai splendidi del Bernina. Ho voglia di regolarmi solo con me stesso per un po', di stare in un posto semplice con gente uguale. Il cielo spacca gli occhi e col verde e il grigio delle pietre, fino alle soglie del bianco fulminante delle nevi, quasi mi intontisce di bellezza. Al mattino parto per dei giri, sempre in solitaria, che durano quasi tutta la giornata. Oggi mi sono perso. Ho valutato male un percorso e mi sono ritrovato sempre solo (non ho incontrato nessuno per cinque ore) a improvvisare una camminata lunga e faticosa per tornare al rifugio. Avevo detto che sarei stato fuori un paio d'ore e di ritorno per la pastasciutta. Giorno di relax, dopo le fatiche di ieri. Alla ricerca di un luogo di alpini del 15-18 son sceso sempre più da un costone e si era fatto tardi. L'idea di risalire mi respingeva, e così ho proseguito per un largo giro che prometteva di ricondurmi al sentiero del ritorno. Il tutto, è importante, tra grosse pietre. Fosse stato sentiero, almeno. Invece non c'era da mettere un passo piano, così dall'inizio e, avrei scoperto, fino alla fine. Avevo con me due barrette di cereali, mezza tavoletta di cioccolata e la borraccia. Avanti, avanti, deviazioni dei segnali sui massi, morene di ghiacciaio enormi, parallele, da salire e scendere con le gambe in tensione sui sassi. A un certo punto, in quella valle detritica e senza termine, ho capito che avrei dovuto soffrire fino in fondo. Cioè risalirla a raggiungere un rifugio dov'ero stato ieri e da lì ridiscendere al mio. Un'uscita di due ore si trasformava in un'odissea di sette. I torrenti impetuosi dei ghiacciai dovevano essere superati su ponticelli di legno e bisognava cercarli dov'erano, spesso lontani dall'itinerario più breve, a secondo di come consentiva la corrente fragorosa. E poi, a gambe frustate dalla fatica, l'erta conclusiva al rifugio Marinelli per poi riapprodare, stavolta finalmente in discesa e su un sentiero come Dio comanda, al mio Carate Brianza. Scendendo così per inerzia mi sono accorto di avere ancora una barretta e un po' di cioccolato. Praticamente non avevo mangiato niente. Ho pensato tanto, cose pratiche, concrete del momento (vado, torno, è giusto?, non c'è anima viva...) ed altre che mi sorgevano da sole da dentro. Intanto alle cinque del pomeriggio mi butto sul formaggio e sul quarto di vino che Angelo del rifugio mi ha messo davanti. Nella mia testa adesso ci sta solo quello.
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