giovedì 11 dicembre 2008

topo gigio

Mio padre lavorò 35 anni nella fabbrica tessile De Angeli Frua,di cui oggi esiste lo scheletro. Un Natale di 46 anni fa riportò un pupazzo di Topo Gigio.

1500
alla De Angeli
il conte Frua
nella macchina nera
rotoli enormi
da stampare
disegni fantastici
biciclette biciclette
il Topo Gigio
di Natale
la sirena
il conte Frua arriva
una processione blu
nelle strade
sotto la tuta
ogni tanto
un quadro di stoffa
ripiegato
le guardie
il Topo Gigio
sul manubrio
benedetto e maledetto
conte Frua
contratto tessile
niente a che fare
con i metalmeccanici
prima elementare
è Natale
il Topo Gigio
povero topo
l'avrebbe fatto volare
mio padre
ma me lo adagiò
davanti
e disse
"Guarda che bello
è tuo"

sabato 16 agosto 2008

girando

Sto fermo
steso
mentre la terra
che gira
fa scomparire
a un certo punto
il sole
dietro
la grondaia.
Poi
apro
il libro
o forse
sempre girando
mi addormento

il folle terrore

Solo quel giorno vennero uccisi 900 ebrei. "Furono condotti nel loro cimitero, in una casa preparata appositamente per darli alle fiamme, e lungo la strada furono denudati da una folla che strappò loro gli abiti di dosso e trovò molto denaro che vi era nascosto."
Germania 1944? No, Francia, durante la peste nera, 1348.

aprile

"Laura apparve per la prima volta davanti ai miei occhi, negli anni della giovinezza, nella chiesa di Santa Clara ad Avignone, nell'anno 1327 dalla nascita di Nostro Signore, il 6 aprile, alla prima funzione del mattino. E in quella stessa città, in quello stesso mese di aprile, il giorno 6, alla stessa ora del 1348, la sua luce fu sottratta al mondo"

(Francesco Petrarca)

mi sono perso

Parto per quattro giorni in un rifugio. Alta Valmalenco, sotto i ghiacciai splendidi del Bernina. Ho voglia di regolarmi solo con me stesso per un po', di stare in un posto semplice con gente uguale. Il cielo spacca gli occhi e col verde e il grigio delle pietre, fino alle soglie del bianco fulminante delle nevi, quasi mi intontisce di bellezza. Al mattino parto per dei giri, sempre in solitaria, che durano quasi tutta la giornata. Oggi mi sono perso. Ho valutato male un percorso e mi sono ritrovato sempre solo (non ho incontrato nessuno per cinque ore) a improvvisare una camminata lunga e faticosa per tornare al rifugio. Avevo detto che sarei stato fuori un paio d'ore e di ritorno per la pastasciutta. Giorno di relax, dopo le fatiche di ieri. Alla ricerca di un luogo di alpini del 15-18 son sceso sempre più da un costone e si era fatto tardi. L'idea di risalire mi respingeva, e così ho proseguito per un largo giro che prometteva di ricondurmi al sentiero del ritorno. Il tutto, è importante, tra grosse pietre. Fosse stato sentiero, almeno. Invece non c'era da mettere un passo piano, così dall'inizio e, avrei scoperto, fino alla fine. Avevo con me due barrette di cereali, mezza tavoletta di cioccolata e la borraccia. Avanti, avanti, deviazioni dei segnali sui massi, morene di ghiacciaio enormi, parallele, da salire e scendere con le gambe in tensione sui sassi. A un certo punto, in quella valle detritica e senza termine, ho capito che avrei dovuto soffrire fino in fondo. Cioè risalirla a raggiungere un rifugio dov'ero stato ieri e da lì ridiscendere al mio. Un'uscita di due ore si trasformava in un'odissea di sette. I torrenti impetuosi dei ghiacciai dovevano essere superati su ponticelli di legno e bisognava cercarli dov'erano, spesso lontani dall'itinerario più breve, a secondo di come consentiva la corrente fragorosa. E poi, a gambe frustate dalla fatica, l'erta conclusiva al rifugio Marinelli per poi riapprodare, stavolta finalmente in discesa e su un sentiero come Dio comanda, al mio Carate Brianza. Scendendo così per inerzia mi sono accorto di avere ancora una barretta e un po' di cioccolato. Praticamente non avevo mangiato niente. Ho pensato tanto, cose pratiche, concrete del momento (vado, torno, è giusto?, non c'è anima viva...) ed altre che mi sorgevano da sole da dentro. Intanto alle cinque del pomeriggio mi butto sul formaggio e sul quarto di vino che Angelo del rifugio mi ha messo davanti. Nella mia testa adesso ci sta solo quello.

martedì 5 agosto 2008

a che punto è la notte

- Guardia! quando avrà fine la notte?
- Guardia! quando avrà fine la notte?
La Guardia dice
- sta venendo il mattino. Ma la notte durerà ancora.
Tornate e ridomandate. Venite ancora, insistete.

( Isaia 21, 11-12)

venerdì 25 luglio 2008

giovanni

Senza dire nulla Giovanni recupera una mia poesia, "Quarto di Luna". Scrive la sua tesina di maturità "I mille volti della Luna" e poi la mette lì, in apertura, in compagnia, ahimè, di un verso di Neruda. Me lo dice qualche minuto prima di entrare al colloquio e mi manda il cuore in subbuglio. Per chi è, e per come lo ha fatto, vale più di uno stipendio da re. Dopo, faccio una fotocopia e nel caldo di luglio mi si sono raffreddate le mani. Grazie, Giò.

domenica 20 luglio 2008

l'unico

"L'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente"

(Jovanotti, "Fango")

giovedì 10 luglio 2008

'sto core

'Sto core analfabeta tu te lo sei portato a scola
e s'è imparato a leggere, e s'è imparato a scrivere
soltanto una parola, amore

(Totò)

domenica 8 giugno 2008

e improvvisamente

Cala come un velo veloce e inatteso, per quanto da sempre saputo,il sipario. L'anno di scuola, ancora lì nella mente e nei passi in quei tepori estivi di fine settembre, ieri, al massimo ierilaltro, invece è finito. Come un torrente che convinto di andare ancora di ansa in ansa, trova subitanea e accecante la foce. Mi ritrovo soprappensiero a mettere in borsa cose da leggere insieme che non avranno lunedì, e staranno lì fino a un perso lontano lunedì d'oltreestate. Stringo abbracci che mi danno gioia ma lasciano ferite sulla camicia: così senza poter recuperare un nuovo sorriso, un prossimo ciao? Sì, la strada inghiotte gli zainetti mezzi vuoti
di Sara,Marco,Cristina,Rosy,Ale,Ste,Andrea,Fra........e i caffè con chi, sparuto ma esistente adulto, condivide fatica e certezza di voler loro bene. Anno ventiseisimo e va sempre peggio con queste faccende di cuore.

lunedì 26 maggio 2008

vedo camminare

Chiuso
un uomo
dal fastidio
e dal livore
dalla stanchezza
dal
non ammesso dolore

giovedì 22 maggio 2008

il fuoco

Ti
ho iscritta
alla maratona
di Destiny Town
si parte
all'alba
e si gira
a mezzogiorno
sotto un fuoco
di sole
e di cielo
che pialla
da dentro
le ossa
anche le bisce
cessano di respirare
si fanno
sottili alle rocce
come muschio di fieno.
E arriverai
con la terra rossa
sudata alle gambe
chiudendo
gli occhi
per contar gli ultimi metri.
Io ti accoglierò
con una rosa

lunedì 28 aprile 2008

appesi

Prima eravamo appesi a un filo, adesso a un file

venerdì 18 aprile 2008

poesia velata

A mani
in tasca
per un piccolo
freddo d'aprile
passa la poesia
nascosta
in un velo
e galleggia
sconosciuta
come le luci
dei camper
nella sera
fuori
dall'istituto
oncologico europeo

venerdì 4 aprile 2008

moonsea

Nei mari della luna i tuffi non si fanno, non c'è una goccia d'acqua, i pesci non ci stanno. Che magnifico mare per chi non sa nuotare.

venerdì 21 marzo 2008

ora nona

Venerdì santo
bomba atomica
di silenzio
sudano
i sassi
vive
la morte

lunedì 3 marzo 2008

le cose

Mi accorgo che la malinconia che metto nelle mie parole mi aiuta a pensare alle cose, a fermarmi. Non è una malinconia di vita, è piuttosto una dimensione un po' segreta che ogni tanto mi va di comunicare anche fuori da me. E' come se la gioia e gli entusiasmi che provo abbiano bisogno di fare un giro a vuoto, mettersi alla prova per vedere se sono veri.

domenica 17 febbraio 2008

viva vida!

Quest'anno
di scuola
fino a febbraio
ho portato
nelle classi
un'infermiera
di Emergency
che vive
con le donne afghane.
Ha fatto provare un burqua
alle studentesse
e ha chiesto
quali fossero
i loro sentimenti.
E un ragazzo
che è andato 6 mesi
sulle Ande
dove la gente
mangia una volta
al giorno riso
e toglie i moncherini
bruciacchiati dalla cenere
per il fuoco del giorno dopo.
Ora Riki
non è più capace
di mettersi le scarpe
e va con i sandali di copertone
senza calze d'inverno.
Sono venuti due malati
di AIDS
e hanno detto
fermandosi ogni tanto
a respirare e a deglutire
chi sono diventati
dentro
adesso.
In 17 siamo andati
tre giorni
tra i deboli
spiaggiati dalla vita
nella Casa della Carità.
Altri 6 vanno
tutte le settimane
a parlare e lavorare
con chi ha perso
la sua mente
in un vento che non si ferma.
In 8 a sillabare l'italiano
seduti vicino
a piccoli d'un altro mondo.
In 40 abbiamo varcato il mare
in una gita scolastica
fuori del consueto.
Siamo arrivati a toccare
le case sbriciolate della Bosnia
varcando il ponte-simbolo di Mostar
e i fiordi spettacolo con gli scugnizzi
del Montenegro.
Se poi questi ragazzi
studieranno anche un po'
di latino e matematica
ben venga.

sabato 16 febbraio 2008

lunedì

Cara
signora
stia tranquilla
se ho
solo un minuto
lo passo
seduto
ad ascoltare
di questo
suo figlio
che non si muove
dal banco
e che
in un momento
s'è perso
nel vento

lunedì 4 febbraio 2008

1727

A 1300 metri, nella neve di pieno inverno, arriviamo ad una chiesetta. La sua data è dipinta sopra il portone di legno consumato: 1727. Abbiamo camminato con le racchette e senza, per quasi 4 ore. Prima di ridiscendere padre Franco, che è con noi, propone di celebrare una messa. Sediamo in una dozzina, imbacuccati e un po' intorpiditi da freddo e fatica, sugli scranni attorno all'altare. Fuori, dalla porta spalancata, si vede solo un tappeto bianco. Parole e gesti da sempre ripetuti ritornano, infine, loro, perchè non c'è nulla in più di quel che ci dev'essere. Chiudo gli occhi. Non codazzi di auto blu di vescovi e onorevoli, non luccichii abbaglianti. Penso che questa messa per chi crede conta come quella del Papa. Non è molto, qualcuno mi direbbe, come consolazione. O forse, è tutto.

sabato 19 gennaio 2008

NO-W

NO/WHERE
NOW/HERE
L'OV/UNQUE.
Da nessuna parte
Ora qui
Amoredappertutto

lunedì 7 gennaio 2008

Corso delle Libertà

Centinaia di jeans
rifiniti o sdruciti
migliaia di scarpe sport
lungo il Corso delle Libertà.
Finalmente
dal fondo di una curva
appena girata
si fa strada
una donna velata