lunedì 26 novembre 2007

tese bandiere

E si
portava dietro
gli anni
come fossero
bandiere
nei prati
chinati
di una
sua Mongolia.
Alte e strette
in un vento
così tagliente
che non sembrava
strappare.
A segnare
chissà quali
territori d'amore

venerdì 23 novembre 2007

teatro (di nuovo in sala prove)

Un volger
di buio
illumina
la scena.
Un tocco
di mano
sorregge
la parola

domenica 11 novembre 2007

trincee

Sono andato sull'Altipiano di Asiago. Ho camminato nel sole caldo dei Santi e dei Morti su alle trincee dello Zebio. Tra le pietre e i tronchi mi attraversavano gli scoppi di "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu. Brigata Sassari, qualche centinaio di pastori di un'isola lontana mandati a fare gli eroi a due metri da contadini austriaci (e ungheresi e bosniaci) dei quali avrebbero solo sentito le urla nella notte, l'odore, anche loro!, di cognac a fiumi prima della baionetta, visto i corpi sfigurati nella neve che si scioglieva. Sono croci piccole di legno tutte uguali,ora,in un pianoro vicino ai resti delle baracche e dei buchi-caverna-rifugio grattati con i picconi, di qua e di là. In un di qua che in poche ore diventava di là, e il contrario, all'infinito di battaglie di poveri cristi che adesso mi sembrano giganti. Assurdamente, giganti inconsapevoli, forse ma chissà, di pace, o almeno di un desiderio incommensurabile di essa, di mogli, di figli, di spietati campi e bestie in misere stalle, mentre si uccideva e si veniva uccisi.

sabato 27 ottobre 2007

un'ansa

C'era
un respiro
pulito
nella stanza.
Non costretto
libero
finalmente
di una libertà
sua
di chi
ha combattuto
e ancora
lo fa
mentre l'acqua
gira un'ansa
e rallenta
quasi dolcemente
si ferma

domenica 21 ottobre 2007

piccoli, grandi

Sono innamorato della scuola perchè ogni giorno è fatalmente diverso. Questi ultimi, ancora una volta,non hanno mancato di stupirmi, e anche qualcosa in più. Seguo nel mio Liceo due attività che,nel gergo ministeriale,si chiamano "aggiuntive". Vuol dire,cioè,che non fanno parte delle normali ore di lezione,e quindi sono a libera frequenza e collocate nel pomeriggio. Tuttavia,poichè vengono ritenute di valore educativo,la scuola stessa le ingloba ufficialmente nei suoi progetti e gli dedica spazi e risorse. Si tratta del Gruppo Teatrale e di quello che sceglie di operare in alcuni campi di Volontariato. Tirando le somme delle adesioni lasciate sui cartelloni affissi nell'atrio una cosa mi ha colpito. In entrambi i casi la trentina di studenti iscritta è...piccola. Sono ragazzi e ragazze (queste in numero decisamente più consistente) per la maggior parte del biennio: insomma 14/15 anni. Se vado indietro con i ricordi devo dire che è,quasi,un'inversione di tendenza. Ci sono stati anni nei quali,nella mescolanza delle età,spiccavano i "grandi". Seguiti da periodi di sostanziale equilibrio. E ora questa nidiata di adolescenti nascenti. Non so cosa stia succedendo. Bello,mi sono detto. Arrivano nuovi e subito si buttano a scoprire un mondo che gli apre i battenti. Bello, non gli basta la solita scuola. Ma poi: e gli altri? I ragazzi che dovrebbero servigli da rompighiaccio e con i quali identificarsi crescendo? Studiano,mi dice qualche collega. Più dei loro coetanei di alcuni anni fa? - mi chiedo. Sono,sempre mi interrogo,impigriti,o,peggio, stanno capendo che ci sono cose poco entusiasmanti che la vita ti chiede,ed altre belle che la vita solo ti propone. Ma che "la società" ti domanderà conto delle prime...Ci devo pensare con calma, ci sto in mezzo da sempre e mi sembra di essere in una buona postazione per cercare di capire. Intanto avanti con i babies. Li guardavo pendere dalle labbra dell'educatore che gli affiderà la compagnia di ragazzi-adulti disabili mentali,alcuni grandi e grossi il triplo di loro. E far domande alle maestre che aiuteranno ad accudire i bambini stranieri che popolano ormai le classi. Non sanno se sono pronti,ma ci credono. Spero che si distraggano,non si accorgano di quel che si respira in giro,e diventino grandi così.

domenica 14 ottobre 2007

va bene così

Quasi tutte le persone che conosco fuori dalla scuola non sarebbero buoni insegnanti.
Soprattutto quelli che penserebbero il contrario (...e questo anche tra gli insegnanti).
Essere lavoratori abili in vari campi e sapere cose interessanti, o genitori preoccupati dei loro figli, non ha nulla a che fare con l'entrare in una classe.
Ho imparato anche che è inutile cercare di spiegarlo.

giovedì 4 ottobre 2007

G. , vent'anni

La morte
colpisce
la morte capisce
se vale
la pena
di continuare
o se
una mano
dolce-pesante
ti può portare
lungo
una riva
di qualche mare